La Costituzione – oltre ad integrare la fonte del diritto «più alta in grado» – rappresenta anche uno straordinario documento storico e geopolitico. Essa reca infatti i segni del contesto internazionale nell’ambito del quale si è formata; veicola lo «spazio di esperienza» e l’«orizzonte di aspettativa» che guidano il punto di vista di una collettività circa il ruolo che quest’ultima ritiene di dover occupare nel mondo e nella storia; struttura, nell’interazione tra fatto e diritto, uno dei teatri nei quali si sviluppa l’ininterrotta competizione fra Stato, Impero e Grande spazio. Incrociando gli strumenti della comparazione costituzionale con le categorie dell’analisi geopolitica, il confronto con i classici e il lavoro sulle mappe, il volume si interroga sui presupposti che contribuiscono a presidiare, oppure a minare, la forza normativa delle Costituzioni nell’ambito di conflitti di potere cartografabili. Da qui, sulla base di una selezione ragionata di casi-studio paradigmatici, i primi frammenti di un «atlante» delle norme costituzionali in materia di politica estera. Disposizioni che il volume esamina alla luce della rivalità spaziale di lunga durata che oppone la «forza della legge» alla «legge del più forte».
Renato Ibrido è professore associato di Diritto pubblico comparato nell’Università degli Studi di Firenze, dove coordina il Jean Monnet Module Geopolitics of Constitutions in the European legal space (Geo-Const EU). È autore di diversi volumi, tra i quali ricordiamo «L’interpretazione del diritto parlamentare. Politica e diritto nel processo di risoluzione dei casi regolamentari» (Franco Angeli, 2015), «L’Unione bancaria europea. Profili costituzionali» (Giappichelli, 2017), «Forma di governo parlamentare ed equilibrio di potenza nel quadro della società internazionale» (Cedam, 2020).
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